Il ciuffo della criniera mi cade sull'occhio, ma non mi dà fastidio.
È così che la voglio perché è così che sono.
Non me la spostare.
Con un orecchio ascolto ciò che è dietro di me, con l'altro sto attento a ciò che è davanti a me.
Posso essere in due posti contemporaneamente, posso espandermi in qua e in là.
Posso capire e comprendere ciò che ho intorno.
Posso vivere e sentire.
I miei zoccoli toccano il fango.
Lo sentono così com'è: freddo e scivoloso.
Ma non mi dispiace.
Lo conosco, perché fa parte della mia natura, e so che, periodicamente, torna, come un vecchio amico.
E così sento anche il freddo.
Il vento tagliente quando soffia, l'acqua quando batte, la nebbia quando scende.
Ma so proteggermi, perché il mio pelo è più forte.
Questo sono io.
Con il mio petto forte e sporco, che mi sostiene.
Con la mia groppa e il mio dorso, le mie gambe, la mia criniera, i miei occhi e il mio naso, che sono parti di me e di nessun altro.
Non so il perché, ma non mi importa.
Mi importa solamente essere chi sono.